domenica 19 dicembre 2010

Dove gli Dei sono di casa!!!

 BALI
 Dove gli Dei sono di casa!!!
 bali opfer
   BUONGIORNOBALI (Giornale in lingua Italiana di Bali)    
Bali, la perla dell´Indonesia
La gemma dell'arcipelago indonesiano é Bali, un'isola compatta che in poche ore si puó passare dalle sabbiose spiagge nel sud agli spettacolari bordi di un vulcano attivo alto 1.500 mt. sul livello del mare, fra i templi immersi in una natura grandiosa. Bali vi avvolgerá con il suo stupendo fascino.
Bali viene anche chiamato l´Isola dei 10.000 tempi o l´Isola degli Dei. Ogni villaggio ha almeno 3 tempi. Una leggenda indu racconta che a Bali trovarono rifugio gli dei in fuga da Giava. Ancora oggi questa convivenza con l'invisibile fa dell'isola un´affascinante e misteriosa meta. Bali é il posto giusto per tutti, gli amanti del mare, spiaggia e surf , ad ovest dell'isola si trovano le piú belle spiagge per il surfing, immersioni e snoorkeling. Chi invece amasse la tranquillitá puó rilassarsi sulle bianche spiagge lasciandosi trasportare nel sogno dallo scrosciare delle onde. Per chi si annoiasse al mare ha la possibilitá di fare del Golf in montagna o fare dello Rafting lungo il fiume Ayung, o andare in bicicletta o scoprire uno dei lati meno conosciuti ma piú belli dell´isola facendo trekking.
La presenza umana nell'isola risale alla preistoria. Alcuni reperti risalenti al 3000 a.C., ritrovati nei dintorni del villaggio di Cekik nella parte ovest dell'isola, testimoniano l'insediamento di popolazioni migrate in tempi preistorici dal continente asiatico. Le prime tracce storiche identificate nell'isola sono cocci con iscrizioni braminiche, databili intorno al I secolo a.C., che testimoniano l'arrivo di popolazioni indu nell'isola.
Tra i piú antichi documenti scritti ritrovati a Bali vi é la "carta di Blanjoung", redatta in sanscrito e risalente al 913 d.C., che menziona il sovrano Sri Kesari Warmadewa e il luogo Walidwipa.
Un'iscrizione del 1041 incisa su di una pietra ritrovata a Giava (detta "Pietra di Calcutta" in quanto conservata al Museo Indiano di Calcutta) riporta la genealogia del re Airlangga, figlio del principe balinese Udayana.
In questo lungo periodo di tempo venne sviluppato il sistema di irrigazione subak per la coltivazione del riso. Risalgono a questo periodo, inoltre, alcune tradizioni religiose e culturali che esistono tuttora.
Nel 1343 l'Impero Majapahit, che era insediato nella parte orientale di Giava, fondó una colonia a Bali. L'isola venne nuovamente menzionata su testi giavanesi tra il 1059 e il 1205 nel Nagarakertagama, poema epico scritto nel 1365 sotto il regno del re Hayam Wuruk dell'Impero Majapahit (1350-1389).
All'inizio del XVI secolo, con il declino dell'impero e la successiva occupazione di Giava da parte delle truppe del re musulmano di Demak, vi fu un esodo di artisti, religiosi ed intellettuali verso la colonia balinese.
Dopo che una nave portoghese aveva sostato presso la costa di Bukit nel 1585, l'esploratore olandese Cornelis de Houtman sbarcò nel 1597 stabilendo il primo contatto con l'occidente.
Gli europei non riuscirono però a stabilire una loro presenza come avevano fatto in molte altre isole dell'arcipelago.
Negli anni 1620-1630, il principe Blambangan, di fronte alla minaccia del sultano Agung di Mataram, chiese aiuto alla Compagnia Olandese delle Indie Orientali, ma gli venne rifiutato. Blambangan si rivolse quindi al Dewa Agung (re) di Gelgel di Bali, e le forze balinesi sconfissero il sultano Agung nel 1635.
Bali non partecipó direttamente ai traffici commerciali che animavano l'arcipelago, ma divenne un esportatrice di cotone, riso, bestiame e selvaggina. La fondazione di Batavia (l'odierna Jakarta) da parte della compagnia olandese nel 1619 e l'apertura del mercato degli schiavi fu un'occasione per i principi balinesi di vendere i loro prigionieri di guerra, fatto che accentuò i conflitti interni tra i principati locali.
Dopo il 1660, Ki Gusti Ngurah Panji Sakti fondò il regno di Buleleng nel settentrione dell'isola. La dinastia di Gelgel estese il suo dominio sul regno di Klungkung, i cui re, che conservavano il titolo di Dewa Agung, vennero considerati la linea più nobile di Bali. Nella zona orientale, il regno di Karangasem a partire dal 1680 intraprese la conquista dell'isola di Lombok, affrontando gli eserciti di Gowa e di Sumbawa.
Buleleng conquistó Blambangan nel 1697. Intorno al 1700, il regno di Mengwi dominava il sud di Bali. Mengwi tolse Blambangan a Buleleng diventando il re piú potente dell'isola. Per tre volte (nel 1714, 1726 e 1729), dei re balinesi sferrarono delle offensive verso la parte occidentale di Giava per poter visitare i territori dell'Impero Majapahit di cui si sentivano i discendenti.
I re di Mengwi spesero molte risorse per mantenere la sovranità  su Blambangan, ma quei regnanti si convertirono all'islam nel 1770 e si allearono con la compagnia olandese. Interessati a ridurre l'influenza balinese su Giava, gli olandesi fecero scomparire l'ultimo stato induista.
Alla fine del XVIII secolo, nessun regno balinese era in grado di dominare l'insieme delle isole come aveva fatto Gelgel prima del 1650.
Gli olandesi non si interessarono a Bali fino all'inizio del XIX secolo. In quel periodo, l'economia dell'isola era basata essenzialmente sul commercio degli schiavi e l'aristocrazia balinese ne vendeva oltre 2.000 ogni anno, in cambio di armi e oppio di cui vi era un grande consumo.
Si dovette attendere il 1840 perché gli olandesi, approfittando delle rivalitá tra i regni balinesi, riuscissero con un'operazione congiunta navale e terrestre ad occupare prima la regione di Sanur e poi Denpasar. Gli eserciti balinesi, inferiori sia per numero che per armamenti, lanciarono un definitivo attacco suicida che si stima sia costato oltre 4.000 vittime. Il dominio olandese dell'isola, comunque, esercitó sempre un'influenza lieve, consentendo che permanesse il controllo locale sulla religione e la cultura.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Bali venne occupata dai Giapponesi. Durante tale occupazione, l'ufficiale balinese Gusti Ngurah Rai organizzó un 'esercito di liberazione'. A seguito della resa del Giappone dell'agosto 1945, i Paesi Bassi ripristinarono in Indonesia, e quindi anche a Bali, il governo coloniale esistente prima della guerra. I ribelli balinesi si opposero utilizzando le armi abbandonate dai giapponesi. Il 20 novembre 1946 il colonnello ventinovenne Gusti Ngurah Rai scaglió le forze ribelli nella Battaglia di Marga, contro le truppe olandesi. L'esercito balinese venne completamente annientato e terminó cosi ogni ulteriore resistenza. Nello stesso anno gli olandesi, rispondendo alla creazione della Repubblica di Indonesia capeggiata da Sukarno e Hatta, proclamarono la Repubblica dell'Est Indonesia e Bali divenne uno dei 13 distretti del nuovo stato.
 I Paesi Bassi riconobbero l'indipendenza della Repubblica degli Stati Uniti di Indonesia e nel 1956 Bali rinunció all'unione con i Paesi Bassi divenendo ufficialmente una provincia dell'Indonesia.
Nel 1963 l'eruzione del monte Agung provocó la morte di migliaia di persone, ingenerando una crisi economica che costrinse molti abitanti a trasferirsi in altre zone dell'Indonesia.
Nel 1965, in seguito ad un fallito colpo di stato a Giacarta contro il governo nazionale, in tutte le regioni indonesiane, tra cui a Bali, si verificarono uccisioni di simpatizzanti e membri del PKI, il Partito Comunista di Indonesia. Benché non esistano riscontri ufficiali, si reputa che le squadre della morte, appoggiate dal generale Soeharto, uccisero oltre 100.000 balinesi.
Il 12 ottobre 2002, un attacco terroristico compiuto con un'auto bomba in un locale di Kuta ha ucciso 202 persone, prevalentemente turisti stranieri. Il 1 ottobre 2005 un secondo doppio attacco terroristico contro turisti avvenuto sia nei pressi della Baia di Jimbaran che nel centro diKuta ha causato decine di vittime

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